Prospettive e opportunità per vendere in Est Europa
Vendere Made in Italy in Est Europa è una possibilità concreta nonostante la situazione estremamente critica costituita dalla guerra tra Russia e Ucraina. Alcuni paesi, infatti, in particolare Polonia, Romania e Croazia, hanno progetti di crescita che stanno cercando di portare avanti con risolutezza.
Anche i tassi di cambio, con l’apprezzamento del dollaro, favoriscono l’export di prodotti Made in Italy, soprattutto nell’estremo Oriente, in Cina e Giappone, oltre che ovviamente in Nord America.
La Romania e il Made in Italy
La Romania è uno dei Paesi di sicuro interesse per il Made in Italy e per l’internazionalizzazione delle imprese italiane. ll Paese è stato tra le prime destinazioni di delocalizzazione per le PMI, soprattutto del Triveneto già a fine ‘900, e anche oggi si conferma un territorio di forte interesse, non solo unidirezionale.
Proprio guardando i flussi dell’interscambio con la Romania, in particolare delle aziende venete, si nota come il flusso di beni segua entrambe le direzioni con volumi crescenti. I dati di Confindustria Veneto Est illustrano chiaramente che l’interscambio locale con la Romania nel 2021 è stato di 2 miliardi 240 milioni di euro e ha sfiorato i 2 miliardi nei primi 9 mesi del 2022. Cifre di grande riguardo che si prospettano in salita nel totale 2022 da consuntivare.
Di questi, il valore delle importazioni era di 1.049 milioni di euro e le esportazioni verso la Romania sono state di 942 milioni. L’incremento nelle cifre dello scambio con le aziende venete è stato del 64% e del 14% nel complesso nazionale.
Va infatti considerato che nei primi 11 mesi del 2022, secondo i dati ISTAT, l’Italia ha esportato in Romania beni pari a € 9.049,42 mln con una crescita del 15,9% rispetto al 2021.
Cosa esporta l’Italia in Romania? Quali sono i settori con migliori prospettive di internazionalizzazione? Un rapido sguardo sul 2021 attraverso i dati conclusivi ISTAT:
– Macchinari e apparecchiature, € 1.194,71 mln
– Metallurgia, € 928,4 mln
– Tessili, € 643,08 mln
– Prodotti chimici, € 640,61 mln
– Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature, € 594,99 mln
– Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi, € 543,45 mln
E a seguire prodotti tessili, articoli in pelle, abbigliamento, elettronica e apparecchi per la misurazione, alimentari: tutti con percentuali in crescita e con richiami concreti per l’internazionalizzazione del Made in Italy in svariati settori.
Croazia porta sull’Est Europa e le opportunità di internazionalizzazione per il Made in Italy
Polonia e Croazia sono indicate da un recente studio di Nomisma come mercati di forte interesse per l’export Made in Italy, in particolare del food&beverage. Sono Paesi emergenti e con concrete opportunità per il Made in Italy.
Entrambi i Paesi, guerra Russia – Ucraina permettendo, si sono dati piani di rilancio e sviluppo che li vogliono protagonisti in Europa. La Croazia, ultima arrivata ad utilizzare l’euro, vuole porsi come riferimento affidabile e porta verso l’Est Europa del Made in Italy.
Verso la Croazia le aziende italiane hanno esportato, tra gennaio e novembre 2022, merci per 4.959,07 mln di euro, con un trend decisamente in crescita rispetto agli anni precedenti. La Croazia è una meta sempre più frequentata dai turisti italiani e sono in aumento anche i rapporti commerciali. Uno sguardo alle cifre dell’export verso la Croazia mostra quali sono i settori di più forte interesse per l’internazionalizzazione:
– Prodotti alimentari, € 2.570,14 mln
– Prodotti chimici, € 2.419,46 mln
– Macchinari e apparecchiature, € 2.055,64 mln
– Metallurgia, € 2.009,64 mln
– Prodotti delle miniere e delle cave, € 1.959,47 mln
– Articoli in gomma e materie plastiche, € 1.249,84 mln
– Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi, € 1.770,25 mln
Vendere Made in Italy in Est Europa: consolidarsi in Polonia
PIL in crescita (+3,8% nel 2022 +3,2% stimato nel 2023), bassi tassi di disoccupazione (2,7%) e basso rapporto debito/PIL (53,8%): la Polonia appare come un’economia sana e stabile, “compresa un’elevata solidità delle finanze pubbliche”, secondo i dati di Confindustria Polonia.
Gli investimenti esteri sono del resto ben supportati dal settore pubblico e il territorio polacco ha una posizione strategica. Il Paese ha inoltre un forte carattere innovativo e facilità di reperimento di partner qualificati.
La Polonia è un partner interessante per le aziende italiane che vogliono aprirsi all’internazionalizzazione in Est Europa. I settori più appetibili alle opportunità per il Made in Italy sono l’automotive, l’elettronica, l’industria del bianco, le energie rinnovabili, il settore dei servizi e l’aerospace.
Qualche dato interessante per le aziende italiane che valutano l’internazionalizzazione in Est Europa partendo dalla Polonia:
– Automotive: il settore genera in Polonia circa il 4% del PIL e ha incrementato nel 2021 le vendite del 57% rispetto all’anno precedente.
– Aerospace: la Polonia conta circa 200 aziende che producono per un valore di vendita annuale fino 1,84 miliardi di euro e creano oltre 18.000 posti di lavoro.
– Industria del bianco: con il 40% del totale, la Polonia è il primo produttore di elettrodomestici in Europa.
Un ulteriore dato interessante per le aziende che cercano opportunità per il Made in Italy è considerare che l’Italia sia già il terzo partner commerciale della Polonia, con un volume di affari di oltre 27 miliardi di euro e che siano attualmente 2.500 le aziende a capitale italiano (appartenenti per l’80% al settore manifatturiero).
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