Salone del Mobile crocevia irrinunciabile per proporre il Made in Italy
L’export d’arredamento italiano cresce in numeri e qualità e quello del Salone del Mobile è un appuntamento irrinunciabile per proporre il Made in Italy. I numeri della 61^ edizione, ospitata a Milano dal 18 al 23 aprile sono di sicuro interesse per le nostre aziende.
Qualche cifra sugli espositori è necessaria e significativa:
– Salone del Mobile Milano: 170.308,50 mq di superficie netta espositiva e 1.962 espositori di cui 550 i designer del SaloneSatellite, con un 30% di aziende estere, SaloneSatellite escluso;
– Salone Internazionale del Mobile, Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, Workplace3.0, S.Project: 1.091 espositori di cui 26% esteri per 136.058 mq;
– Euroluce: 321 espositori di cui 45% esteri su oltre 30.250,50 mq;
– SaloneSatellite: 550 designer e neo-laureandi, 27 scuole internazionali di design su 4.000 mq;
Le cifre dell’export arredamento italiano: perché valutare l’internazionalizzazione
Quella dell’export arredamento italiano è una cavalcata che pare non arrestare la propria corsa, ma che a detta degli operatori del settore potrebbe e dovrebbe fare di più. Dal 2016 la vendita di Made in Italy del mobile e arredo ha iniziato a crescere in modo sensibile e anche la pandemia Covid-19 non l’ha fermata.
La Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo già nel 2016 indicava che quasi tutta la produzione di mobili Made in Italy veniva venduta all’estero: si trattava di un valore di circa 9,5 miliardi di dollari, circa i due terzi della produzione e prevedeva una crescita di almeno altri 700 milioni di dollari entro il 2022.
Nel 2019, le fonti ISTAT valutavano complessivamente il valore dell’export arredamento italiano in oltre 9,8 miliardi di euro. Con alcune note interessanti: innanzitutto, i principali concorrenti a livello mondiale erano gli stessi del 2016, ovvero la Cina, con una quota di mercato pari al 31,63%, la Polonia con quota 7,16% e la Germania con una quota pari al 6,87%. Inoltre, i principali destinatari delle nostre esportazioni erano Francia, Stati Uniti e la stessa Germania, poi Svizzera, Canada, Australia, Giappone e la stessa Cina.
Il 2021 ha fatto registrare poi un vero boom nelle esportazioni dell’arredo Made in Italy. Un +43% in cui si è distinta la sorpresa dell’illuminazione e in cui, per rimanere in tema, hanno brillato Francia, Stati Uniti e Germania come destinazioni del nostro export. Rispettivamente +53,7%, +73,7% e +32,8% rispetto al 2020.
Quale arredo Made in Italy varca i confini?
Negli ultimi anni si possono certamente individuare delle tendenze nella domanda di arredo Made in Italy. È utile osservare i trend, per individuare la giusta direzione l’internazionalizzazione dei propri prodotti, perché ogni Paese predilige arredi e componenti d’arredo diversi. Ad esempio, negli Stati Uniti prevale la richiesta per arredo domestico o da esterno, in Cina per i divani, in Australia per l’illuminazione. Invece, in India e Regno Unito c’è ampia richiesta per le porcellane, mentre in Corea per le cucine e infine in Russia per mobili da ufficio.
Per quanto riguarda in particolare la filiera legno-arredo, la filiera della Lombardia è quella che conferma la maggiore crescita, +18,8% nel 2022 rispetto all’anno precedente (3,7 miliardi di euro); con la provincia di Monza e Brianza al terzo posto per valore di prodotti esportati (983 milioni di euro, in crescita del 19,2%).
A seguire il Veneto, in leggera discesa, con 3 miliardi di euro di valore di mobili e arredi esportati. Il primato italiano della provincia di Treviso nella filiera legno-arredo (per 1,8 miliardi di euro, un +12,7% rispetto al 2021).
Poi Friuli Venezia Giulia, con esportazioni di mobili e arredi in legno per un valore di 1,9 miliardi di euro.
Cosa distingue l’export arredamento italiano: BBF, design e materiali
Ciò che le analisi di settore hanno evidenziato nell’ultimo decennio è la richiesta di qualità. Alle produzioni italiane di arredamento, in legno, ma non solo, si chiede ciò che da parte di altri non ottiene: buon rapporto qualità prezzo, con spiccata preponderanza della qualità sia nel design sia nei materiali.
Nell’ultimo decennio è infatti cresciuto l’export arredamento italiano di fascia alta e medio alta.
Bello e Ben Fatto (BBF) non è una sigla, ma quasi un marchio del Made in italy che coinvolge anche l’arredamento che producono le nostre aziende.
Non è un caso che il Salone del Mobile 2023 darà ampio spazio alla “formazione al design”. La 24^ edizione del SaloneSatellite dedica infatti uno speciale focus alle Scuole e Università di Design secondo il tema “Design Schools – Universities / BUILDING THE (IM)POSSIBLE Process, Progress, Practice”. Presenti, infatti, ben 28 stand tra Scuole e Università provenienti da 18 Paesi. E un contest dedicato ai Giovani Designer.
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