Nel particolare contesto economico attuale, solo attraverso il processo di internazionalizzazione le PMI italiane hanno la possibilità di:
- Crescere
- Essere Competitive
- Aumentare il proprio fatturato
Ma da dove inizia e come si sviluppa questo processo? Generalmente segue le 5 fasi che andremo a spiegare in questo articolo.
Differenza tra Export ed internazionalizzazione
Prima di vedere insieme le 5 fasi del processo di internazionalizzazione, è bene spiegare la differenza tra “Export” ed “Internazionalizzazione”, due termini che molto spesso vengono considerati (erroneamente sinonimi), infatti, con “Export” si intende la vendita di un prodotto/servizio fuori dal territorio nazionale in cui è stato prodotto; con “Internazionalizzazione” si intende invece che l’azienda entri fisicamente in un nuovo mercato (ad esempio delocalizzando la produzione, aprendo uffici commerciali etc…).
Export ed Internazionalizzazione, seppur differenti, restano comunque interconnessi.
Fase 1: Export Occasionale
Come poco sopra specificato, Export e Internazionalizzazione sono strettamente legati, infatti, la prima fase dell’Internazionalizzazione è rappresentata dall’Export Occasionale, ovverosia, quando l’azienda esporta sporadicamente a seguito di un ordine da una società estera. In questo caso solitamente si ricorre ad un intermediario locale.
Fase 2: Export Sperimentale
La fase successiva viene definita “Export Sperimentale” e si verifica quando l’azienda, da ordini occasionali, cerca di instaurare una vera e propria partnership commerciale. A questo punto si dà il via alle ricerche e analisi di mercato per identificare quello più adatto alla tipologia di business.
Fase 3: Export Regolare
Questa fase arriva quando l’azienda è riuscita a creare una base clienti stabile, riservando parte della propria produzione al mercato estero. A questo punto generalmente iniziano ad essere aperti uffici commerciali nel paese di riferimento.
Fase 4: Filiali
La penultima fase è caratterizzata dall’apertura di filiali nel nuovo paese, dopo aver consolidato la sua presenza nel nuovo mercato. Rispetto alle tre precedenti, questa fase richiede un investimento non indifferente di risorse finanziarie.
Fase 5: delocalizzazione
Il processo di internazionalizzazione si conclude con la delocalizzazione, ossia la produzione dislocata nel nuovo paese. In linea generale i motivi alla base di questa decisione sono:
- Le tariffe o le politiche di esportazione regolate dal Governo nazionale sono troppo alte e restrittive.
- Agevolazioni e incentivi fiscali promosse dal Governo locale
- La presenza di risorse produttive che rendono l’investimento più redditizio.
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