Settori interessanti per vendere in Cina e modalità import ed export
Per le aziende italiane le opportunità di import-export verso la Cina sono reali, non solo import dunque, vendere in Cina è un business concreto. I dati ufficiali ISTAT 2022 e quelli dell’Agenzia delle Dogane Cinese, resi noti a gennaio, confermano il reciproco interesse. Il volume degli scambi commerciali tra Italia e Cina nel 2022 è cresciuto su base annua del 5,4% superando il 77,88 miliardi di dollari.
Interessante osservare i dati reciproci: il volume dell’import dalla Cina ha raggiunto quasi 51 miliardi di dollari e il volume dell’export in Cina dall’Italia ha sfiorato i 27 miliardi di dollari. Quest’ultimo dato, pur in calo dell’11% rispetto al 2021, è comunque incoraggiante per le nostre imprese che vogliono vendere in Cina, magari affacciandosi su questo mercato per la prima volta.

Cosa vendere in Cina? Settori e prodotti per l’export
La quinta edizione del China International Import Expo, svoltosi a novembre 2022 a Shanghai, si può considerare un’utile cartina tornasole. Sono state oltre 50 le aziende italiane che hanno ufficialmente partecipato alla fiera, beneficiando anche della risonanza delle celebrazioni dell’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina.
Ancora prima di riavviare definitivamente il libero spostamento dei propri cittadini, il governo cinese preparava un momento di incontro tra imprenditori improntato sulla fiducia nella crescita.
I settori coinvolti nella China International Import Expo (CIIE) sono stati:
- Prodotti agroalimentari
- Automotive
- Industria intelligente e tecnologia dell’informazione
- Beni di consumo
- Apparecchiature mediche e prodotti sanitari
- Commercio dei servizi
In questi filoni le aziende italiane possono cercare il loro spazio certe che, a fronte di proposte della qualità che ci si aspetta da noi, si possano avviare business di export in Cina.
Qualità, unicità, affidabilità: l’export in Cina delle PMI si deve distinguere
Settori diversi che aprono strade diverse per vendere in Cina: dall’automotive alle apparecchiature mediche, dai beni di consumo ai prodotti agricoli e alimentari: denominatore comune la qualità e l’efficienza. Interessante, per esempio, osservare come al China International Import Expo abbia partecipato la Casa di Moda Dolce & Gabbana icona di stile, creatività e del “Fatto a Mano”, come hanno tenuto a specificare annunciando la partecipazione. Un controsenso? Un’anomalia? Tutt’altro, è segno evidente di una richiesta specifica del mercato cinese: il marchio, infatti, era presente sia con i prodotti di abbigliamento d’alta moda, sia con mobili e complementi d’arredo.
Nondimeno, proprio in collaborazione con Dolce & Gabbana, che con essi lavora valorizzando le reciproche specificità, erano presenti realtà del food&beverage Made in Italy a cui i cinesi guardano con forte interesse: Donnafugata, Pastificio Di Martino e Fiasconaro.
Macchinari e apparecchiature per l’export. Noi cosa importiamo?
Moda, food&beverage per il ceto medio-alto che si sta sempre di più aprendo all’internazionalità e alla qualità, ma non solo. I dati del Ministero Italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale fanno risaltare come altri settori siano di forte interesse: anche apparecchiature per l’automotive e medicali, mezzi di trasporto, articoli farmaceutici, chimico-medicali e botanici.
- € 3.343 mln: macchinari e apparecchi n.c.a.
- € 3.255 mln: prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori
- € 1.325 mln: sostanze e prodotti chimici
- € 1.286 mln: mezzi di trasporto
- € 1.061 mln: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici
- € 988 mln: prodotti delle altre attività manifatturiere
- € 3.420 mln: altro
L’Italia è il 24° fornitore della Cina a livello mondiale; del resto si colloca al 21° posto tra i clienti della Cina:
- € 8.456 mln: computer, apparecchi elettronici e ottici
- € 7.592 mln: prodotti tessili e dell’abbigliamento, pelli e accessori
- € 6.646 mln: macchinari e apparecchi n.c.a.
- € 6.581 mln: apparecchi elettrici
- € 6.247 mln: sostanze e prodotti chimici
- € 5.748 mln: metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti
- € 12.819,1 mln: altro
L’export in Cina va progettato: dove e come muoversi per vendere in Cina
Ciò che emerge dall’esperienza delle aziende italiane che già importano dalla Cina, ma soprattutto di quelle che vogliono vendere in Cina, è che come per altri mercati, anche quello cinese va affrontato con grande entusiasmo e grande preparazione.
Per individuare il target migliore per i propri prodotti Made in Italy, bisogna tenere in considerazione gusti e abitudini, tradizionali o nuove, legislazioni e standard interni, la legislazione doganale cinese, le prospettive e la tenuta della moneta cinese. Non ultima, bisogna considerare anche l’estremamente varia cultura cinese, sia in generale sia dal punto di vista imprenditoriale.
È cruciale progettare un piano di business export in Cina calibrato sui prodotti della propria azienda, valutare le variabili a breve-medio termine e contare su desk di collaborazione preparati e affidabili sul territorio cinese stesso.
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