Export agroalimentare Made in Italy come muoversi per vendere all’estero

Nel 2022 l’export agroalimentare Made in Italy ha superato quota 60 miliardi di euro confermando il trend previsto dall’inizio dell’anno e che prosegue la sua corsa in questo 2023. Grandi traguardi e future aspettative, leggere i dati aiuta infatti a fare luce sulle concrete possibilità di internazionalizzazione dell’agroalimentare italiano.

Ma quali sono i prodotti più rilevanti? Quali i Paesi emergenti in cui vendere all’estero i prodotti del nostro agroalimentare? Cosa fare per migliorare l’export nei Paesi con cui c’è già uno scambio commerciale?

Vendere agroalimentare

Com’è cresciuto l’export agroalimentare Made in Italy, che previsioni si possono fare?

L’esportazione di prodotti alimentari italiani è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi cinque anni. Le aziende italiane possono prendere in considerazione l’idea di consolidare i mercati in cui sono forti ed esplorarne di nuovi, offrendo le proprie proposte uniche a livello internazionale.

Le vendite agroalimentari Made in Italy hanno per così dire “preso la rincorsa” e hanno consolidato la propria posizione a livello internazionale.

Osserviamo:

nel 2017 l’export agroalimentare italiano aveva raggiunto i 38 miliardi di euro di valore, con una crescita del +7,8% sul 2016;

nel 2019 aveva sfiorato i 45 miliardi di euro in valore, pari al 9,3% dell’export complessivo;

nel 2021 aveva raggiunto 52 miliardi, superando brillantemente e in modo inatteso la crisi pandemica (che le previsioni avrebbero di per sé voluto già a quota 50 miliardi nel 2020);

– nel 2022 ha conquistato quota 60,7 miliardi di euro tenendo testa alle crisi internazionali e all’impennata dei costi per le imprese.

I dati confortano e convincono che le scelte operate sono efficaci: scelte di qualità e distinzione rispetto alle offerte di concorrenti storici e nuovi.

Agroalimentare made in italy

Quali prodotti dell’agroalimentare Made in Italy vendere all’estero e in quali Paesi?

Quali prodotti alimentari Made in Italy fanno la parte del leone nell’export? Su cosa puntare per consolidare la presenza all’estero o per valutare concretamente di iniziare a vendere all’estero i propri prodotti agroalimentari?

Vino, pasta, ortofrutta, salumi e formaggi trainano le vendite e l’internazionalizzazione dei prodotti delle nostre PMI del settore agroalimentare.

La chiave di volta da cogliere è la qualità. A fronte di prodotti concorrenti e dell’Italian sounding, ovvero delle imitazioni di prodotti Made in Italy, è la qualità ciò per cui l’agroalimentare italiano si distingue, alla quota dei 60 miliardi di valore non corrisponde infatti tutto sommato una crescita altrettanto esponenziale in volumi, ciò che quindi ha consolidato le vendite all’estero è la qualità ed è su questo che le aziende italiane devono puntare per presentarsi con nuovi prodotti o su nuovi mercati.

Germania, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Svezia: le destinazioni dell’agroalimentare Made in Italy

L’Unione Europea si conferma la principale destinazione dei prodotti del nostro agroalimentare. Germania innanzitutto, poi Francia, Gran Bretagna nonostante le difficoltà burocratiche imposte dalla Brexit e Svezia.

Per i mercati Extra UE sono gli Stati Uniti il principale sbocco per vendere all’estero i nostri prodotti. Verso gli USA esportiamo soprattutto formaggi di ogni tipo, vini fermi, frizzanti e spumanti, pasta e prodotti di pasticceria, ma non solo, bisogna infatti porre attenzione alle nuove produzioni. Gli Stati Uniti, per esempio, sono fortemente interessati alle produzioni agroalimentari del biologico. La vendita del nostro biologico alimentare nel 2020 è cresciuta dell’8% verso gli USA. L’interesse per il settore agroalimentare Made in Italy sta aumentando anche in altri Paesi, come:

gli Emirati Arabi e l’Arabia Saudita che stanno facendo registrare richieste crescenti di mele, formaggi stagionati, paste alimentari e prodotti della panetteria, e poi biscotteria e pasticceria;

– il Giappone beneficia dell’entrata in vigore dell’Economic Partnership Agreement (Epa), recentemente stipulato con l’Unione Europea;

– il Vietnam, con cui l’UE ha recentemente siglato un accordo di libero scambio che comporterà la graduale soppressione dei dazi.

vendere agroalimentare

Attenzione a come vendere all’estero il Made in Italy agroalimentare

La richiesta di Made in Italy agroalimentare è reale, ma è importante progettare l’internazionalizzazione in modo coerente.

La forte crescita in valore, ma non altrettanto in volume, è dunque motivata non solo o non tanto dalla crescita dei costi per le aziende italiane produttrici, ma anche dalla crescita della qualità. Una qualità che, a fronte di un prezzo superiore, viene comunque scelta sia da Paesi di tradizionale scambio con l’Italia sia da Paesi per noi nuovi.

L’offerta dei prodotti dell’agroalimentare Made in Italy non può pertanto essere lasciata a ipotesi e probabilità. Vendere all’estero il nostro agroalimentare significa progettare in modo attento la possibile introduzione di nuovi prodotti in mercati considerati tradizionali o conosciuti e progettare l’internazionalizzazione in nuovi mercati da parte di PMI che siano ad una prima esperienza.

Contattaci per avere maggiori informazioni: info@patrolinternational.com


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